Fervida immaginazione ed astrazione lirica caratterizzano le opere di Chynthia Muriel. Una pittura palpitante e dichiaratamente emotiva la sua, che porta alla luce suggestive fusioni cromatiche, accese, lasciando evaporare i contorni del visibile in un caleidoscopio di colori che abbraccia visioni personali ed oniriche.
Si potrebbe definire esploratrice del mondo e delle emozioni: è nata in Francia da padre italiano e madre malgascia e indiana, ha vissuto in Madagascar, Svizzera e a Parigi. Durante il suo percorso artistico ha elaborato diverse sperimentazioni tecniche, tra cui disegno e fotografia per poi approdare ad una sintesi formale e idealizzazione di una pittura astratta, caratterizzata da un’originale capacità creativa e incline alle più emotive forme gestuali e contenutistiche.
L’operazione da lei compiuta coincide con una presa di coscienza condotta da colori sia caldi sia freddi e una volontà di fusione con la realtà, simboleggiata da cromie ora materiche, ora più sottili, ottenute prevalentemente da una gestualità erede dell’espressionismo astratto. Un modus operandi che rispecchia e confluisce nei processi di intenzionalità ma anche di libera intuizione, che stanno a monte della sua intera produzione; il suo fare artistico è un crogiuolo ricco di input, in cui risiedono esperienze, libertà compositive e interessanti simbologie. Diventa così un piacere abbandonarsi a seguire i percorsi che linee, contenuti e differenti tonalità realizzano.
Ricrea siti di ricordi, luoghi fisici e metafisici, ambienti simbolici che raccontano in primis se stessa ma che si estendono ad universale interpretazione. Le sue sono opere che possiamo intendere come “opere dialogo”, rivolte a confrontarsi con il senso dell’alterità nella società contemporanea e indagare le percezioni e le connessioni tra l’Io e l’Altro nel mondo.
Soffermandosi sulle prime sperimentazioni, si ha come l’impressione di essere traghettati in altre dimensioni; i paesaggi, dal fascino fiabesco, sono caratterizzati da un’incredibile spontanea freschezza. Esemplificative sono le opere “A Night Sky” (2022) o “Golden moon over the contryside” (2023) : sembra quasi immergersi in atmosfere sospese tra realtà e immaginazione e le costruzioni sono poetici frammenti di una misteriosa dimensione inconscia. Il contrasto architettonico e paesaggistico, con colori fortemente risonanti, esprimono compenetrazioni delle impressioni esteriori e delle sensazioni interiori, date dal movimento delle forme stilizzate e da colori acrilici accesi. Se la fiaba per Gianni Rodari aveva un valore educativo, l’arte per Cynthia Muriel insegna a osservare il mondo in modo differente, leggero e utile allo stesso tempo; riaffiorano così alla memoria le parole del celebre scrittore omegnese: “Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare le chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo” (da La Freccia azzurra)
Significative sono anche le opere astratte e materiche, come Quel che resta (2023) che si caratterizzano per le vivaci esplosioni cromatiche esprimendo grande passione per la vita. Stimolano l’immaginazione dell’osservatore, raccontano i momenti di esistenza o gli stati d’animo che si manifestano in loquaci mappe di tracciati e di colori. La sua arte è vitale, un magma di vibrazioni, un incanto primordiale che rivive a contatto con la luce e la percezione del fruitore in un vortice di plurime sensazioni.
Nelle opere più recenti, invece, si pensi a Anatomie d’une pensèe (2024) o “Mirage” (2024) i singoli componenti geometrici o formali del testo figurativo si uniscono a linguaggi testuali, parole inserite o frasi che creano infinite reazioni emotive e percettive.
La “parola-immagine” spesso presente nei dipinti parte da un presupposto di tipo non letterario ma per la sua attitudine visiva. Sono pensieri e parole in libertà che possiedono una loro matrice poetica, una loro semantica: irrompono nello spazio e non sono circoscritte in una “gabbia tipografica” ma “rivivono” topograficamente.
Si tratta pertanto di un’operazione di rupture poètique che va innanzitutto a liberare la parola, con lo scopo preciso di far assumere una loro auto-significazione e esprimere anche grazie alla loro collocazione topografica, un libero significato, un atteggiamento per certi versi tipicamente dadaista e impiegato anche dai futuristi.
Le opere, inoltre, infondono una certa dose di ottimismo, anche quando in apparenza prevale il dubbio e l’incertezza dell’essere umano nei confronti del proprio destino: risuonano parole e frasi sul coraggio, sulla libertà, sulle aspettative sul domani, a cui è possibile rispondere con la propria forza d’animo, nel dialogo e nel confronto con se stessi e gli Altri.
In dipinti come questi, il colore intensifica il valore espressivo delle parole e delle frasi: sono impiegati colori primari e complementari e i contrasti contribuiscono a trasmettere energia e positività, finalizzati a creare armonia e assonanze con i pensieri espressi.
Concedersi la libertà di dare briglia sciolta al gesto e all’immaginazione crea forme che danno equilibrio all’ intera composizione, giocando su apparente spontaneismo e individualismo creativo, aperto in realtà a tutti. Cynthia Muriel in questo è una brillante narratrice; manifesta una potente forma espressiva legata alle vibrazioni dell’anima trascorse, incentrate nel presente e proiettate al futuro.